COMUNICATO STAMPA
Martedì 21 gennaio 2020
LA GIORNATA DELLA MEMORIA, ECCO TUTTE LE INIZIATIVE
Visite, commemorazioni, spettacoli sull’abominio della Shoah. La città ricorda il D.P. Camp 34
Lunedì 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Il 27 gennaio 1945, infatti, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Ogni 27 gennaio anche l’Italia ricorda lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte. Com’è noto, la città di Nardò e la comunità neretina sono simbolicamente e intimamente legati a quel periodo storico per aver ospitato in un campo di accoglienza a Santa Maria al Bagno (il D.P. Camp 34), tra il 1943 e il 1947, gli ebrei liberati dai campi di sterminio e in viaggio verso il nascente Stato di Israele. Una pagina esemplare di solidarietà che ha consentito a Nardò di fregiarsi nel 2005 della Medaglia d’Oro al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
“Oggi - spiega l’assessore alla Cultura Ettore Tollemeto - è difficile spiegare la Shoah ai giovani, ai nostri giovani, a ottanta anni di distanza da quell’ignobile esperienza storica. Abbiamo però il dovere di farlo perché è una esperienza che offre loro una chiave di lettura anche a fatti contemporanei. Noi neretini, peraltro, lo facciamo dall’osservatorio privilegiato delle testimonianze e dei documenti del D.P. Camp 34, di cui siamo orgogliosi”.
Sono diverse le iniziative che coinvolgono la città e il territorio in occasione della ricorrenza. Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno sino al 31 gennaio ospita la proiezione di film e di interviste sul tema “Shoah e testimonianze”. Domenica 26 gennaio, in collaborazione con l’associazione Sport Running Portoselvaggio, ha organizzato “Il percorso della memoria”, una camminata gratuita sui luoghi della “memoria”, cioè seguendo le tracce lasciate dai profughi ebrei oltre settanta anni fa (grazie al contributo storico e narrativo di Alessandra Greco). Il ritrovo sarà nei pressi del Pizzo dell’Aspide alle ore 8:30 (per informazioni è possibile contattare il numero di telefono 327 0598591). Lunedì 27 gennaio, invece, è prevista una cerimonia alle ore 10:30 presso il Giardino della Memoria di Santa Maria al Bagno (lungomare Lamarmora), dove sarà deposta una corona d’alloro. Oltre al sindaco Pippi Mellone e al presidente del Consiglio Andrea Giuranna, interverranno il vescovo della diocesi di Nardò Gallipoli Fernando Filograna, l’assessore alle Relazioni Istituzionali con il Sud Italia della Comunità Ebraica di Napoli Yehuda Pagliara, il cavaliere Vittorio Perrone (testimone e artefice dell’accoglienza dei profughi a Santa Maria), Paolo Pisacane (che negli anni ha difeso la memoria dell’accoglienza), i docenti Pierluigi Congedo e Fabrizio Lelli. Il Giardino è stato istituito nel 2010 da un’idea proprio del professore Pierluigi Congedo in concomitanza con la scomparsa dell’amico Fredy Weisz, arrivato a Santa Maria al Bagno nel 1945 con la Croce Rossa Internazionale dopo aver perso la sua famiglia ad Auschwitz. Congedo decise di piantare una pianta di agave nel punto in cui Weisz, una sera del 2004, sostò a lungo in riflessione e con lo sguardo rivolto verso il mare. Negli anni successivi il giardino è cresciuto con il sostegno dell’amministrazione comunale, dei privati e di profughi sopravvissuti alla Shoah e passati da Santa Maria.
Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza, istituito nel 2009, è un luogo di importanza strategica per la comprensione e la ricostruzione degli avvenimenti che sconvolsero l’Europa durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nelle sale bianche e inondate di luce (simbolo di speranza e rinascita, nell’intento del progettista Luca Zevi) il visitatore non trova le immagini degli orrori dei campi di concentramento e delle vittime dell’Olocausto, ma i volti finalmente rilassati e sereni di chi, più fortunato di altri, ha avuto un’altra opportunità e la possibilità di raccontare. I documenti provenienti dall’archivio storico comunale e da archivi privati, le foto d’epoca, gli oggetti e i murales realizzati dal profugo rumeno Zivi Miller tra il 1945 e il 1946 (l’unica testimonianza di tipo grafico esistente in Europa dell’Aliyah Bet, il viaggio che dopo la guerra condusse i sopravvissuti ebrei nella Terra Promessa), insieme alle visite guidate condotte dal personale del Museo, offrono una esperienza di alto valore educativo. Il Museo è aperto e visitabile tutto l’anno. Informazioni e orari sulla pagina facebook o al numero di telefono 327 0598591.
La Giornata della Memoria, come ogni anno, rappresenta l’occasione per rinsaldare la rete con il Museo Ebraico di Lecce. Infatti, domenica 26 gennaio, torna l’Autobus della Memoria, un mezzo da cinquanta posti che farà da “spola” tra Lecce e Nardò e viceversa. Un evento patrocinato da Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Comune di Nardò e UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane). Alle ore 10 l’autobus partirà da piazza Battisti a Nardò (nei pressi del castello) verso Lecce, dove alle 11 è prevista la visita guidata del Museo Ebraico e dell’antica giudecca medievale a cura del professore Fabrizio Lelli, direttore del Museo e docente di Lingua e Letteratura Ebraica all’Università del Salento. A seguire l’incontro con l’artista israeliana Adi Kichelmacher, testimone indiretta della Shoah. Alle 15 l’autobus, con partenza dal City Terminal, farà ritorno a Santa Maria al Bagno, dove è prevista la visita al Museo della Memoria. L’evento è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria al numero di telefono 0832 247016 o all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
“Siamo molto contenti di questo proficuo legame con il Museo Ebraico - dice l’assessore con delega ai Musei Mino Natalizio - nel segno dell’identità e della vocazione del Salento all’accoglienza, visto il ruolo fondamentale che il territorio ha avuto soprattutto negli anni immediatamente successivi alla Shoah, quando le nostre genti aprirono le città e le case ai profughi ebrei. La Memoria, allora, diventa l’occasione per un lavoro di rete che fa crescere tutti”.
“Il nostro Museo della Memoria e il Museo Ebraico di Lecce - aggiunge l’assessore a Turismo Giulia Puglia - sono due contenitori culturali tra i più significativi in provincia di Lecce e raccontano molto dell’esperienza di accoglienza che il Salento ha fatto con i profughi ebrei. Per noi è importantissimo fare rete in questa come in altre occasioni”.
Anche la stagione teatrale del Teatro Comunale “celebra” la Giornata della Memoria con due spettacoli della rassegna “Fuori Programma” che raccontano, in modo diverso ma con la stessa capacità espressiva ed efficacia, della Shoah. L’obiettivo è offrire un momento di riflessione e ricordare la storia, anche le sue pagine più brutte come monito per non riviverle più: la potenza comunicativa del teatro permette anche questo. Il primo spettacolo, Memoria, è in programma domenica 26 gennaio alle ore 21 ed è realizzato dal Liceo “Galilei” di Nardò in collaborazione con Terrammare Teatro. Si tratta di un testo nato da una riflessione tra i banchi di scuola e poi diventato uno spettacolo vero e proprio. L’anno scorso i ragazzi del liceo si sono cimentati nell’analisi e nella comprensione dei testi di Primo Levi. Ne è nato un breve saggio che poi è stato ampliato e successivamente rielaborato dalla stessa classe che ha messo in essere una sorta di compagnia teatrale, fino a farlo diventare uno spettacolo teatrale che vede alla regia, per la prima volta, la giovane Maria Civilla. Lo spettacolo, in particolare, raccoglie alcuni passi significativi del libro “Se questo è un uomo” di Levi messi in scena attraverso un linguaggio corale e fisico dagli studenti. Queste nuove generazioni fanno tesoro del monito dell’autore: “meditate che questo è stato”. Il lavoro dei ragazzi testimonia che le esperienze nei lager non sono state prive di senso e che non sono state un incidente, un imprevisto della Storia. In tutte le parti del mondo, là dove sono negate le libertà fondamentali e l’uguaglianza tra gli uomini, si va verso il sistema concentrazionario, ed è questa una strada su cui è difficile fermarsi. Le voci, i suoni, le parole non dette e quelle urlate dai ragazzi, suscitano nello spettatore uno stupore razionale e avviano alla costruzione di uno spirito critico. Il teatro entra così nella scuola da protagonista e ottiene piena cittadinanza nel bagaglio formativo degli studenti. La regia è di Maria Civilla, il coordinamento della professoressa Roberta Maci, la consulenza alla regia di Silvia Civilla, le luci di Antonio Apollonio, i costumi di Lilian Indraccolo. Sul palco Manuela Bisanti, Clarissa Caracciolo, Maria Civilla, Love Congedo, Pilar De Monte, Lorenzo De Fazio, Gabriele Falangone, Nicoletta Frassanito, Fabrizio Geusa, Matteo Maria Giustizieri, Francesco Malacari, Andrea Chiara Martina, Giorgio My, Carlo Maria Pagliula, Aurora Perrone, Maria Rogano, Ludovica Specchia, Francesca Tarantino, Chiara Maria Tarricone, Francesca Vaglio.
Il secondo spettacolo, L’isola degli uomini, è in programma invece mercoledì 29 gennaio alle ore 21. Si tratta di un lavoro di (e con) Stefano Baffetti, attore perugino che arriva a Nardò con il suo monologo che ha raccolto consensi e applausi dappertutto. Racconta una storia vera di solidarietà e umanità: contro ogni divieto imposto quindici pescatori del Lago Trasimeno si trovano a salvare degli ebrei, perché l’unico gesto possibile da compiere. Non una semplice narrazione storiografica di quello che è successo, ma un racconto emozionale nato dalle testimonianze e dai ricordi delle persone che abitano in quel luogo. Conosciamo così una piccola storia che sta sotto la Storia: una comunità che da secoli, pur nelle difficoltà e nelle tribolazioni, vive in armonia seguendo ciò che il lago impone e ricevendo ciò che il lago può offrire. Un luogo dove tutto è semplice: anche l’eroismo. La storia di un prete, Don Ottavio Posta e degli uomini di un piccolo borgo: quindici pescatori che affronteranno la tragedia della guerra nel tentativo di salvare un gruppo di ebrei destinati alla fucilazione. In questo monologo, Stefano Baffetti, mescolando narrazione, fantasia e testimonianze dirette, ricostruisce una vicenda carica di umanità e coraggio. La piccola storia di chi con innocenza e determinazione sfidò la ferocia nazifascista. Un racconto che non è solo memoria del passato ma esempio e responsabilità per il futuro. Lo spettacolo è portato in scena da Associazione Bottegart (la bottega artigiana della creatività e dei diritti umani).
Per informazioni sugli spettacoli teatrali è possibile contattare i numeri di telefono 0833 602222, 0833 571871, 320 8949518 e 329 3504825.
Giornate molto ricche quelle della Memoria anche al Centro Servizi Culturali e Bibliotecari del chiostro dei Carmelitani, dove alle classi degli istituti scolastici della città viene fornita (previa prenotazione) l’opportunità di visite guidate, della visione di documenti e filmati e di dibattito e approfondimento. Non solo per ricordare la Shoah, ma tutte le vittime delle guerre e dei genocidi.
Ufficio stampa
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