Palazzi_di_Nardò_ita__pdf.pdf1.83 MB14/11/2016, 16:32
Palazzi di Nardò
premessa
La realizzazione dei palazzi baronali risponde in primis ad una volontà di auto-rappresentazione da parte dell'aristocrazia, disposta a impegnarsi in investimenti esorbitanti che spesso portano al collasso finanziario.
Lo sviluppo di questa architettura non scaturisce, perciò, da una congiuntura economica favorevole ma è il segno più eclatante di una classe possidente autoreferenziale, molto più attenta all'esteriorità che non all'investimento produttivo.
I palazzi neretini si possono collocare in un arco temporale compreso tra metà Ottocento e inizi Novecento: è in quest'epoca che avviene la trasformazione o il rifacimento di edifici del periodo barocco (XVII-XVIII sec.). L'impostazione compositiva e la decorazione delle facciate testimoniano quasi sempre di uno stile neoclassico che si caratterizza per sobrietà e linearità. Nell'insieme questi palazzi sono accomunati da una decorazione basata sul bugnato che s'infittisce al piano terra dove segue la verticalità delle paraste ed incornicia piedritti e arco a tutto sesto dell'ingresso principale. A volte si fa uso d'imponenti colonne che affiancano il portale principale ma che possono anche essere collocate sul vano del balcone, come nel caso dell'ex-palazzo Saetta (in piazza S. Matteo). Le facciate sono nobilitate da timpani triangolari e/o curvilinei. Un elemento marcapiano sottolinea la spartizione degli ordini mentre alla sommità della facciata troviamo l'incorniciatura più o meno sporgente sostenuta da mensole.
ITINERARIO
Palazzo CAPUTO (già Tafuri) via S. Lucia, 1
Progettato (1902) dall'ing. Antonio Tafuri in stile neoclassico. Il prospetto esprime misura, proporzioni, eleganza e sobrietà di linee; è abbellito da paraste, frontoni curvilinei sulle finestre del primo piano tra cui quello centrale esibisce lo stemma gentilizio. Una coppia di colonne su piedistalli enfatizzano l'accesso al palazzo.
Palazzo PERSONE ' via Lata, 33/35
Imponente la mole di questa residenza aristocratica dei baroni Personè che occupa un intero isolato di fronte alla chiesa di S. Giuseppe. La facciata si caratterizza per le aperture del piano superiore, abbellite dal consueto frontone triangolare neoclassico. Colonne dai fusti lisci evidenziano i due portali d'accesso .
Palazzo Zuccaro (già De' Pandi) via De' Pandi, 37
Datato 1878, occupa l' intero isolato tra la chiesa di S. Giuseppe e la Cappella di San Lorenzo. Da notare l'elegante galleria che oltrepassa la sede stradale e i doccioni zoomorfi scolpiti alla maniera tardo-barocca.
Palazzo Romano-Personè via Don Minzoni, 63
1905 Stile neoclassico, ingentilito sui due piani da bugnato più incavato al piano terreno. La simmetria nel disporre le finestre è resa più incisiva dalla corrispondenza tra arco d'ingresso a tutto sesto e frontone curvilineo del balcone centrale. Da notare inusuale soluzione delle paraste scanalate al piano superiore concluso da un cornicione molto pronunciato.
Palazzo Fonte-Papadia (già Zuccaro-Antico) corso Galliano, 12
Sorto nel 1892, fu progettato dall'Ing. Quintino Tarantino in stile eclettico. Al pian terreno il consueto rivestimento a bugnato che va ad incorniciare anche le finestre del piano nobile, tra cui la bifora posta nello scomparto centrale. Il cornicione aggettante è preceduto da fregio e marcapiano. Ulteriore nota eclettica la coppia di leoni accovacciati, al centro, nel punto più alto del prospetto.
Palazzo Tarantino via Roma , 20
1920 Spiccano gli elementi decorativi floreali sapientemente distribuiti sulla trabeazione di finestre e sulle mensole del cornicione marcapiano. La simmetrica disposizione delle aperture e il bugnato delle paraste al pianterreno attestano uno stile neoclassico che si avvale di soluzioni innovative come quelle adottate nello scomparto centrale, dove i piedritti del portale sono arricchiti da una inusuale decorazione mentre, al piano superiore, si fa notare la doppia porta finestra.
Palazzo Vaglio (già Muci) via Roma, 16
Costruito a fine Ottocento, adotta soluzioni decorative eclettiche, in analogia con quanto già sperimentato nello scomparto centrale del palazzo Fonte-Papadia e del vicino palazzo Tarantino. Rivestimento a bugnato su entrambi i piani, paraste che affiancano le aperture e che trovano un elemento di continuità nella curvatura a tutto sesto e nei sottostanti archetti convergenti al centro sul balcone. Unica costruzione ad essere arretrata rispetto alla sede stradale grazie alla presenza di un ampio giardino.
Palazzo Muci-Fonte (già Chiodo) via Lata, 71
Se la costruzione attuale è d'inizio Novecento, le origini di questo palazzo sono seicentesche. Il pianterreno è movimentato da un bugnato che si distende in orizzontale fino a convergere sulle lunette delle finestre. L'ingresso del palazzo di proprietà Fonte è abbellito da coppie di colonne tra paraste; l'arco a tutto sesto ripropone lo stesso motivo delle colonne. Le finestre del piano nobile, decorate con una valva, sono impostate secondo canoni stilistici tardo-rinascimentali.
Palazzo Calabrese (già Saetta) Piazza S. Matteo, 9
Di modesta fattura, questo palazzo risalente a metà Ottocento si fa notare per una loggia con due colonne addossate ad un arco a tutto sesto in asse con analogo arco finestrato all'interno.
Palazzo Zuccaro (già Dell'Abate) via Angelo delle Masse, 10
Mirabile ed unico esempio di palazzo barocco con prospetto su tre lati disposti ad angolo retto. L'intera facciata è percorsa al primo piano da un balcone dotato di elegante balaustra, mentre i sottostanti archi ribassati trilobati del pianterreno e le lunette decorate al primo piano appartengono al tipico armamentario decorativo barocco. Per quanto sopra, si può ragionevolmente parlare di un '0pera compresa tra fine Seicento ed inizio Settecento.
Purtroppo scarsamente notato per la posizione appartata e per il perdurare di una deprecabile situazione di abbandono.
Palazzo Fonte (già Tafuri-Sangiovanni) via G.B. Tafuri, 42
Edificio di fine '800, ripete nella facciata schemi decorativi tipici dello stile neoclassico quali il bugnato, che incornicia il portale d'ingresso a tutto sesto ed evidenzia le paraste, e la simmetrica corrispondenza di aperture al piano terra con quelle al piano superiore.
Palazzo Giulio (già Zuccaro) via G. Zuccaro, 24
Opera del tardo Ottocento trae beneficio in termini di visibilità, assieme al contiguo palazzo Mera, dal trovarsi a fronteggiare il complesso monastico di Santa Chiara. Sobrietà e linearità sono i tratti distintivi del prospetto. All'interno ampio cortile, concluso da una triade di archi a tutto sesto che danno accesso allo scalone d'accesso al piano nobile e al giardino.
Palazzo Mera (già Tafuri) via G. Zuccaro, 36
L'attuale versione dell'opera è di fine Ottocento. Gli elementi decorativi, principalmente il bugnato e l'unico frontone triangolare al primo piano, riconducono la costruzione allo stile neoclassico. Il palazzo si conclude con una serrata sequenza di mensole a sostegno di un cornicione aggettante.
Palazzo Colosso Piazza Repubblica n.7
Ampia ed imponente costruzione del 1892 in stile neoclassico progettata da Quintino Tarantino. Coerente con gli schemi decorativi neoclassici il bugnato posto al piano terra, la simmetria delle finestre corredate al primo piano da frontoni triangolari . Molto ampio e scenografico l'atrio, quasi a voler compensare l'eccessiva sobrietà dell'esterno.
Scheda curata dal Dr. Giuliano Rizzo (Uffico U.R.P. Comune di Nardò)