Domani in programma (Sala Roma, ore 18:30) un incontro con Mignone, Saso, Fracella, Miceli Domani, venerdì 29 marzo, la Sala Roma di piazza Pio XI ospiterà Voci che combattono il silenzio, un incontro-dibattito organizzato dalla presidenza del Consiglio comunale sul tema complesso della violenza di genere. L’appuntamento è alle ore 18:30 (ingresso libero).
Dopo i saluti del sindaco Pippi Mellone e l’introduzione del presidente del Consiglio Andrea Giuranna, interverranno il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Lecce Elsa Valeria Mignone, il presidente distrettuale dell’A.n.m. Maurizio Saso, il dirigente del Pronto Soccorso del “Fazzi” di Lecce Silvano Fracella e l’operatrice del Centro Antiviolenza “Il Melograno” Enza Miceli. Accompagneranno gli interventi, le letture di alcuni scritti di Renata Fonte. La riflessione verterà sul tema generale della violenza sulle donne, sulla tutela normativa delle vittime di violenza (non solo fisica), su testimonianze e casi concreti di violenza, sulle strategie dell’ascolto e più in generale della protezione delle vittime. Non a caso l’incontro avviene quasi in coincidenza del 35esimo anniversario della morte di Renata Fonte, simbolo di una donna che a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ‘80 aveva colmato il “gap” sociale, professionale e politico con il genere maschile e il cui sacrificio oggi è una ragione per tante donne che lottano contro ogni genere di violenza e contro ogni tentativo di sopraffazione. “La violenza di genere è una forma di regressione culturale della nostra società - spiega Andrea Giuranna - e con questo appuntamento abbiamo voluto affrontare il tema, certamente molto complesso, non solo dal punto di vista sociale, ma anche normativo e degli strumenti di difesa delle vittime di violenza. Che, non dimentichiamo, è quella che provoca un danno o una sofferenza fisica, sessuale e anche psicologica. Cercheremo grazie agli interventi di ospiti illustri e assolutamente qualificati, di capire cosa succede alle vittime di violenza, che sia anche solo un gesto persecutorio o una minaccia, e cosa si può fare per proteggere le donne e per rompere il silenzio che spesso le circonda” Ufficio stampa