RETE IDRICA E FOGNARIA IN ZONA PENTA, AFFIDATO L’INCARICO PER IL PROGETTO In zona una rete costruita negli anni ‘60. Per Casili con il progetto arriveranno le risorse
È stato affidato all’architetto Daniele Cataldo e al geometra Salvatore Pellegrino l’incarico per la progettazione della nuova rete idrica e fognaria a servizio degli alloggi popolari di zona Penta. Il progetto, che ha un costo di 10 mila euro, è la condizione essenziale naturalmente per poter poi sfruttare bandi di gara dedicati a questo tipo di infrastrutture o altri filoni di finanziamento. “Assieme al consigliere regionale neretino del Movimento 5 Stelle Cristian Casili - fa sapere il sindaco Pippi Mellone - abbiamo incontrato di recente una rappresentanza delle famiglie degli alloggi popolari che giustamente lamentano i disagi di una rete obsoleta e inadeguata. Proprio Casili ha promesso di portare l’istanza di queste famiglie in Regione e presso Aqp e di reperire le risorse necessarie. A condizione, ovviamente, che esista un progetto esecutivo dell’opera. Del quale ci facciamo carico come amministrazione comunale individuando celermente i tecnici”. Quello della rete idrica e fognaria della zona compresa tra via Oronzo Quarta e via Incoronata (via Foscolo, via Leopardi, via Alfieri, piazza Padre Pio, largo Negri, via Gentile e piazza Pirandello) è un problema datato e annoso. Reso ancora più complicato dal fatto che il complesso condominiale ricade per una parte su suolo di proprietà comunale e per la restante parte su area demaniale, quindi non di pertinenza del Comune. Soprattutto, da oltre cinquant’anni una ottantina di famiglie fanno i conti con i disagi della vecchia rete idrica e fognaria, che Aqp non ha mai preso in gestione perché realizzata dall’ex Iacp con materiali non conformi. Il problema principale è costituito dalle continue perdite di acqua che diventano costi esorbitanti per i residenti, per lo più anziani e famiglie a basso reddito, ma lo stato delle tubazioni (in gran parte vetuste e arrugginite) determina spesso rotture e interruzioni dell’erogazione e rappresenta anche un rischio dal punto di vista sanitario. Infine, si verificano spesso sversamenti di liquami dei pozzetti, che costringono gli inquilini a dover porre riparo a proprie spese. “Questa - chiude il primo cittadino - è un’altra di quelle situazioni che non mi capacito come non sia mai stata risolta dal 1968 ad oggi e forse nemmeno mai affrontata. Non mi stancherò mai di ripetere che abbiamo ereditato una città reduce dall’apocalisse. Un problema enorme questo per centinaia di persone verso le quali il primo atto concreto lo facciamo noi, dopo oltre 50 anni, redigendo il progetto della nuova rete, che adesso aspetta i soldi della Regione, così come ha promesso Cristian Casili”.
Ufficio stampa