COMUNICATO STAMPA Martedì 10 luglio 2018
“BONCURI, LE REGOLE NEL CAMPO SPEZZANO LA CATENA DELLO SFRUTTAMENTO”
Il sindaco Mellone contro chi contesta il sistema di gestione e strumentalizza politicamente
Il sindaco Pippi Mellone torna a parlare del campo migranti di Boncuri, replicando ad alcune prese di posizione di queste ore contro il modello di gestione della struttura.
“L’apertura del campo istituzionale - dice a chiare lettere il primo cittadino - sancisce la fine del sistema emergenziale che in questi ultimi tre decenni ha vessato Nardò, i suoi abitanti e migliaia di lavoratori giunti sul territorio e sfruttati alla bisogna. In questo contesto meraviglia la presa di posizione tutta politica del Consiglio Italiano per i Rifugiati e delle associazioni Meticcia Lecce e Diritti a Sud, che vorrebbero proseguire con una accoglienza senza regole, mantenendo sul territorio persone che, prive di titolo, non possono lavorare in regola.
Aborro questo sistema - continua - che rende disponibili un numero incalcolabile di fratelli vulnerabili e invisibili, uomini che diventano facilmente carne da macello nelle mani degli sfruttatori e rimpolpano un sistema di sfruttamento attivo da tre decenni. Un sistema in cui hanno sguazzato in troppi e che stiamo contrastando con ogni mezzo, fin dal primo giorno dell’insediamento. Noi abbiamo tracciato un solco tra legalità e illegalità, liberando Nardò dal marchio infamante dello schiavismo e iniziando a mettere ordine nel difficile rapporto tra mondo agricolo e migrazioni. Ora occorre applicare in maniera ferrea le regole e non solo perché ciò è in sintonia con quanto espresso dal ministero degli Interni e richiesto dai cittadini, ma perché questo rientra da sempre tra i nostri obiettivi. I fratelli migranti che vengono sul nostro territorio di Nardò sono i lavoratori e le persone oneste. Chi, invece, non ha titolo per stare in zona deve andare via, chi viene per organizzare bordelli, ristoranti abusivi, attività di caporalato, non è benvenuto.
Solo in questo modo spezzeremo la catena dello sfruttamento. Le associazioni che scrivono al prefetto per contestare la nostra linea, possono accomodarsi fuori. Il perimetro del campo istituzionale, ospitato su terreno comunale, non è luogo per fare politica. Quindi chi vuole dare un tetto agli irregolari, favorendo di fatto gli sfruttatori, si organizzi, comprando lenzuola e letti e aprendo le porte della propria casa. Nel campo istituzionale non c’è spazio per l’illegalità”.
Ufficio stampa