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Grotta Mario Bernardini: convegno 28 settembre Chiostro S. Antonio

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Ufficio stampa

Convegno di studi Grotta Mario Bernardini Nardò, 28 settembre- Chiostro di Sant’Antonio   Ore 10.00 dedicato alle Scuole  Ore 18.30 aperto alla Cittadinanza

Dopo 50 anni riprendono le ricerche archeologiche Prospettive scientifiche e di fruizione del bene

A distanza di quasi 50 anni, a Nardò, nel Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Palude del Capitano riprendono le ricerche archeologiche di Grotta Mario Bernardini, un sito del Paleolitico che conserva importanti tracce delle prime frequentazioni del Salento da parte dell'uomo. I lavori sono coordinati dal dott. Leonardo Carmignani e dalla dott.ssa Filomena Ranaldo per conto dell'Amministrazione Comunale di Nardò e in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia. Delle prospettive che si aprono per il Mondo scientifico e per la fruizione del Bene si parlerà,lunedì 28 settembre, al Chiostro di Sant’Antonio, nel corso di un convegno con due sessioni frontali differenziate. La prima nella mattinata, alle ore 10.00, diretta alle scuole. La seconda alle 18,30 rivolta a tutta la cittadinanza. I saluti sono a cura del Sindaco Marcello Risi e dell'Assessore all'Ambiente Francesca De Pace . L'introduzione ai lavori è dell'Assessore alle Politiche Culturali, Mino Natalizio . Interverranno la Prof.ssa Filomena Ranaldo del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Siena ( C.Ri.Va.P.- Centro di Ricerca e Valorizzazione della Preistoria)  e il Prof. Leonardo Carmignani  del Dipartimento di Storia e Storia  dell'Arte dell'Università Rovira I Virgili di Tarragona; Dipartimento di Biologia dell’Evoluzione dell’Università di Ferrara. Nella scaletta anche un contributo di Vittorio Marras, del Gruppo Speleologico Neretino.Il sito si apre lungo una parete calcarea e fu scoperto nel 1961 dal prof. E. Borzatti Von Lowerstern che, dopo alcuni anni, ne diresse pure le prime campagne di scavo. Fu così messa in luce una sequenza di strati dello spessore di alcuni metri i cui sedimenti conservano numerosi resti fossili e manufatti litici che documentano i cambiamenti climatici nel corso del Paleolitico e l'avvicendamento di Neanderthal e Homo sapiens. L'intera area costituisce un bacino di inestimabile valore scientifico per la ricostruzione del paleo-ambiente e delle frequentazioni umane preistoriche